tag:blogger.com,1999:blog-1538629544734193942024-03-13T22:41:23.255+01:00una voce nel corouna vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.comBlogger25125tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-32777588357622274812012-02-02T19:20:00.000+01:002012-02-02T19:22:24.189+01:00Fare le cose faciliQuando conosco delle persone nuove, sbrigo con cortesia la pratica delle presentazioni.<br />
Faccio tutto per bene credo, ma invariabilmente il nome che ascolto passa dalla mia memoria senza fermarsi.<br />
Non lo ricordo per più di qualche attimo, neanche se me lo ripete più di una volta. <br />
Nel corso delle prime battute che ci scambiamo, ci si chiede a vicenda: "Che lavoro fai?", oppure: "Di che ti occupi?".<br />
Subito dopo aver sentito il nome (e averlo dimenticato), per saperne di più, gli chiediamo che mestiere fa'.<br />
E' tra le prime cose il bisogno di classificarci con un'etichetta (e per inciso è un argomento principe per rompere il ghiaccio).<br />
Ebbene questa seconda informazione rimane nella memoria molto più a lungo. Non c'e' bisogno di molto sforzo; possiamo dimenticarne il nome, ma se vogliamo riferirci a una persona appena conosciuta ci verrà il mente il suo lavoro. Diremo qualcosa tipo: "Non ricordo il suo nome, ma mi riferisco al pizzaiolo".<br />
Conoscere anche solo superficialmente una persona richiede tempo e impegno, sapere di qualcuno "chi è" rappresenta un processo (a volte un'avventura), piuttosto che un dato certo da acquisire. <br />
Per questo è difficile.<br />
Molto più facile è sapere in che categoria è catalogata socialmente, e da li partire con il nostro bagaglio culturale e personale di luoghi più o meno comuni, per farci un'idea della persona che abbiamo davanti.<br />
Sapere il nome di qualcuno non è sapere chi è, come non lo è sapere che lavoro fa', ma ci da la sensazione di sapere qualcosa di importante e qualificante, e in più è un'informazione facile da ottenere e da elaborare. <br />
Ma è né più né meno che sapere di che colore ha gli occhi, se è solo questo che sappiamo per il momento...<br />
Eppure ci ricordiamo il lavoro che svolge uno sconosciuto molto di più del nome che porta.<br />
Forse c'entra il fatto che i nomi sono molto più numerosi dei mestieri, e le idee che ci siamo già fatti sui lavori sono tante, mentre da un nome fra gli altri che informazioni possiamo dedurne?<br />
Insomma è facile, funzionale ed efficiente chiedere: "Che lavoro fai?", piuttosto che affrontare il vasto tema del: "Chi sei?".<br />
<br />
C'è un'altra cosa che mi viene in mente funzionare in modo simile.<br />
E' cercare di aumentare il numero dei soldi che guadagniamo piuttosto che riempire la nostra vita con soddisfazioni e gioie delle più varie.<br />
E' più facile contare un fascio di banconote che contare i successi e insuccessi della nostra vita.<br />
E' più facile andare al lavoro in un clima alienante e insalubre e contare la paga che ci serve per vivere, <br />
che andare per prati e campagne coltivando cibo.<br />
E' più facile dire un numero che una sensazione.<br />
E' più facile contare che dare e ricevere sorrisi.<br />
E' tanto più facile fare la prima delle seconde, che l'avere <i>successo</i> indica nel linguaggio comune proprio fare tanti soldi. <br />
E quelle che potrebbero essere soddisfazioni da raggiungere nella vita in genere, lasciano il posto alle più funzionali soddisfazioni economiche.<br />
Infatti si calcola il Prodotto Interno Lordo e non, per esempio, la Felicità Interna Lorda.<br />
Non perché sia un alto valore da perseguire al costo di molti sacrifici.<br />
Solo perché è più facile.<br />
<br />
_una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-16356807870645241432011-08-31T17:26:00.000+02:002012-01-06T17:44:29.627+01:00Pubblicità con stile<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrNnMKLX8HJpiR4UhyRdZRVHc8U_qXVWjohjkgblKAoBmScdCKrjKSEtJXbf56751aNBDuGleHlequzQPjt4SubcDVFDG8VjCi54CdDYbPVCRrkJ2fVVVaOl_6bgA4L8pox7Gx76N25Wk/s1600/CIMG3594.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrNnMKLX8HJpiR4UhyRdZRVHc8U_qXVWjohjkgblKAoBmScdCKrjKSEtJXbf56751aNBDuGleHlequzQPjt4SubcDVFDG8VjCi54CdDYbPVCRrkJ2fVVVaOl_6bgA4L8pox7Gx76N25Wk/s400/CIMG3594.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
Ho un’idea. Creare un'agenzia pubblicitaria che realizzi e gestisca campagne pubblicitarie in cui i "prodotti" siano stili di vita compatibili con l'ambiente. <br />
<br />
La pubblicità che conosciamo non solo fa parte della nostra quotidianità, ma evidentemente funziona egregiamente se vengono spesi tantissimi soldi per realizzarla. Ma se la tecnica pubblicitaria nel suo complesso è così efficace, per esempio, nell'aumentare le vendite di una macchina, un profumo o un detersivo, perchè non usare la stessa forza nel promuovere un prodotto particolare di cui abbiamo bisogno: ossia degli "stili di vita" compatibili con l'ambiente? Insieme ai prodotti comunemente reclamizzati da ogni parte, ci vengono proposti anche comportamenti, atteggiamenti e azioni che rendono ancora più desiderabile un certo prodotto e invidiabile chi lo usa. Ma se pubblicizzassimo stili di vita corretti e sostenibili, con la stessa tecnica, con gli stessi mezzi e con la stessa penetrazione, anche questi sarebbero più desiderabili e chi li adotta più invidiabile...Qualcuno potrebbe obbiettare che esiste già la pubblicità progresso per cose di questo genere, ma in realtà quella già presente è una nicchia ben riconoscibile e a cadenza troppo sporadica per avere lo stesso successo di quella commerciale. L'idea consiste in un'impresa pubblicitaria a tutti gli effetti, la cui capillarità, efficacia e durata sia paragonabile a quella della comune pubblicità. Se funziona per una bibita perchè non usarla per l'"uso dei rifiuti", o per "andare in bicicletta"? <br />
<br />
Le risorse del pianeta non sono infinite, e non possiamo continuare a credere che possiamo crescere all'infinito mantenendo comportamenti quotidiani che non fanno che accelerare la fine di quelle utilizzabili. Detto in altro termini, la questione è far crescere la cura dell'ambiente dalle stesse persone che lo vivono, e aumentare la serenità di tutti progettando un futuro che non porti ad un vicolo cieco ambientale. E per questo serve urgentemente convincere una massa critica di persone ad agire per il proprio bene e per il proprio stesso vero interesse. <br />
<br />
A trarne beneficio sarebbero l'ambiente, le persone che lo vivono, e non ultime tutte quelle realtà aziendali e private che offrono prodotti e servizi compatibili con gli stili di vita che verrebbero pubblicizzati. <br />
<br />
Per cominciare naturalmente servono capitali da investire per avviare una società pubblicitaria competitiva: collaboratori, strumenti, competenze del settore, consulenti, testimonial: in breve tutto quello che già fa funzionare così bene le società attualmente sul mercato. Si tratta di utilizzare lo stato dell'arte della tecnologia, e delle tecniche già disponibili, e utilizzarle per un altro scopo rispetto a quello attuale. <br />
<br />
Una volta che abbia preso piede con successo, la società si finanzierebbe con le commissioni di tutti quei soggetti che offrono beni e servizi compatibili con gli stili di vita pubblicizzati; gli stessi, anche se piccoli, potrebbero consorziarsi per ciascuna campagna. Una volta che gli stili di vita adottati saranno "appetibili" da un numero sufficiente di persone, i produttori finora non interessati correranno ai ripari riconvertendosi, e si rivolgerebbero per le competenze acquisite a questa nuova società, che in questo modo aumenterebbe il proprio portafoglio clienti, e contestualmente l'ambiente ne beneficerebbe all'interno di un circolo virtuoso.<br />
<br />
_una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-17720483432089283542011-08-09T14:20:00.004+02:002011-08-16T02:22:58.180+02:00Percepire il colpevole<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghlDp34_MicKO-AzB3zcgZ23OCF0rWkeKrTYKbRXxEIIF2zRAOlxGq56rdLfajOAmfQgZp1ycb1-bWkWX8SMpfK7Q8zdp2tTzUJqNhfgQp4PAjE3aqVGnJn7uPnNJW48i8we3bLfMTAFs/s1600/CIMG4327.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghlDp34_MicKO-AzB3zcgZ23OCF0rWkeKrTYKbRXxEIIF2zRAOlxGq56rdLfajOAmfQgZp1ycb1-bWkWX8SMpfK7Q8zdp2tTzUJqNhfgQp4PAjE3aqVGnJn7uPnNJW48i8we3bLfMTAFs/s400/CIMG4327.JPG" width="400" /></a></div><br />
In un ambiente intriso dall'arbitrio la figura dell'arbitro non viene tollerata.<br />
_una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-71165401194659634802011-08-09T11:43:00.004+02:002011-08-16T02:23:10.413+02:00La persona sbagliata nel posto giusto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZJ-7iEwivBFvQOlP1JVStNtGmv8vXrlPfjYwTB7_WIEjdkO_7lki7pJxXO7nQ_SfVwUGNRixN9fOR5iJQvHVUopxdL0K2zA1pbsM6rrGo-EGo5XeIJZ3QPI4ZlhcyXu6OhDsNpdGvKEk/s1600/CIMG4884.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZJ-7iEwivBFvQOlP1JVStNtGmv8vXrlPfjYwTB7_WIEjdkO_7lki7pJxXO7nQ_SfVwUGNRixN9fOR5iJQvHVUopxdL0K2zA1pbsM6rrGo-EGo5XeIJZ3QPI4ZlhcyXu6OhDsNpdGvKEk/s400/CIMG4884.JPG" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><br />
Può chi è causa o parte di un problema risolverlo?<br />
_una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-40010530889865828072011-08-08T12:38:00.004+02:002011-08-16T02:23:24.930+02:00Alcuni furbi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivIRVRETwyO5bd_O4v5kb1e_C3Hq2wVCcLMNjIq92uMjFCcPWv7i6S7qjPIRYdj6N0eEh2NXFC1Rd5hfQIYdVUOFla-UCgQe8jUMBdtuAcUc0dzjOgDFd6avxItEv0PjJxsmSByMNmeoU/s1600/CIMG4384.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivIRVRETwyO5bd_O4v5kb1e_C3Hq2wVCcLMNjIq92uMjFCcPWv7i6S7qjPIRYdj6N0eEh2NXFC1Rd5hfQIYdVUOFla-UCgQe8jUMBdtuAcUc0dzjOgDFd6avxItEv0PjJxsmSByMNmeoU/s400/CIMG4384.JPG" width="400" /></a></div><br />
Si credono squali, ma sono soltanto cannibali che mangiano la loro stessa carne.<br />
<div>_</div>una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-8530012911160437052011-08-02T15:14:00.004+02:002011-08-16T02:23:43.373+02:00Un semaforo per ciechi<div class="MsoNormal"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqAfPr2L0SqYfcXd6kV1rrS69XgSAnvo2533JopqMZY4ZKJKPotPN96wb2tE7KHnKJuoqlQK7oh6tA1aQ-d5-iKlJHOQP6zBBQysh7Cs_h8hGysjzr5WhOS_kdEjhllZZuBZKU4esn3tA/s1600/CIMG5031.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqAfPr2L0SqYfcXd6kV1rrS69XgSAnvo2533JopqMZY4ZKJKPotPN96wb2tE7KHnKJuoqlQK7oh6tA1aQ-d5-iKlJHOQP6zBBQysh7Cs_h8hGysjzr5WhOS_kdEjhllZZuBZKU4esn3tA/s400/CIMG5031.JPG" width="400" /></a></div><br />
Poniamo che ci sia una disfunzione ottica che renda ciechi al colore rosso.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Chi è cieco al rosso non riesce ad usare, o anche semplicemente a capire, ad esempio, un semaforo.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Poniamo che questa situazione sia molto diffusa tra la popolazione, e immaginiamo cosa accadrebbe ad un qualsiasi incrocio regolato da un normale semaforo...<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Nel caso di verde, si attraverserebbe tranquilli, nel caso di giallo si passerebbe con più o meno prudenza accelerando o rallentando a seconda delle inclinazioni personali.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">E nel caso di rosso? Semplicemente il semaforo verrebbe percepito come spento, non funzionante, addirittura inutile. E l'incrocio da attraversare verrebbe tentato come se il semaforo fosse giallo, ma con la certezza di non essere sul lato della strada che ha il verde.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">In una situazione del genere la confusione aumenterebbe come gli incidenti; forse fioccherebbero teorie, tesi e prassi più o meno accreditate e consolidate per sopravvivere a semaforo "spento" (ma semplicemente rosso).<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal">Poniamo adesso che il rosso rappresenti il concetto di limite, sia esso di qualsiasi genere: fisico, personale, ambientale, normativo, strutturale, ecc; la strada, con i suoi incroci, rappresenti la crescita economica, e guidare la volontà di crescere. Crescere a prescindere, crescere ad ogni costo, crescere come dogma e ideologia consolidata da un paio di secoli almeno, in cui qualsiasi impedimento è illusoriamente sempre aggirabile o superabile.</div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal">Secondo me nelle recenti crisi di tipo ambientale, alimentare e finanziario, ci sono ancora tante persone cieche al rosso.<br />
_</div>una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-23338174365393714342011-07-01T15:30:00.004+02:002011-08-16T02:24:00.991+02:00Conosci il veleno?<div class="MsoNormal"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj65LzvkIN0wwE5M2Ufr9NjFZ11TMavmnB76IFzMk9_B2ys_huVDqjnYxbIDKjoabBxz3bv5sc6ySxV9JjiDGQCKal0eYbk62Sq3Jg1tiCUXYcZJ4B25HEreBdPx_GgloXkwHSGpUCvfCY/s1600/CIMG5314.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj65LzvkIN0wwE5M2Ufr9NjFZ11TMavmnB76IFzMk9_B2ys_huVDqjnYxbIDKjoabBxz3bv5sc6ySxV9JjiDGQCKal0eYbk62Sq3Jg1tiCUXYcZJ4B25HEreBdPx_GgloXkwHSGpUCvfCY/s400/CIMG5314.JPG" width="400" /></a></div><br />
<br />
Nelle persone che incontro e che sento parlare, colgo una serie di intuizioni che indica complessivamente un bisogno (ancor prima che una voglia) di cambiamento: l'avvertire più o meno esplicito che c'e' qualcosa che non va nella società e nel modo in cui viviamo. <o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">E non parlo di considerazioni astratte frutto di lunghe analisi e riflessioni contorte, ma dico che appare pian piano la consapevolezza che ci sia qualcosa di storto nella propria individuale e soggettiva vita. <o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Si avverte che non è più "bello" quel che un tempo dava soddisfazione, ma viene quasi subìto come inevitabile all'interno della vita sociale in cui si è immersi. E' come quando in un grande supermercato lì per lì non sappiamo decidere tra una titanica varietà in mostra, ma sappiamo che siamo costretti a prendere una sola cioccolata da comprare. E più il mercato diventa iper più la scelta si fa soffocante.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal">Ma nonostante questo, complessivamente, non avviene una transizione, cioè quel cambio di stato che, con un'immagine, vedo analogo al passaggio tra solido e liquido dell'acqua.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Anche per quel passaggio c'e' bisogno di tempo e di energia, e anche in quel caso se ci sono freni al processo, il passaggio può rallentare o addirittura non avvenire. <o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">I freni che mi sembra di cogliere a questa ventura transizione, li vedo integrati fra loro, più o meno a qualsiasi livello socio-economico.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Mi riferisco alla paura, e alla conseguente rimozione, declinata in tre ambiti: la paura della perdita di benefici acquisiti, la paura della perdita dell’autorità conquistata e, non ultima e più intima, la paura della perdita di fiducia e autostima.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal">Per spiegarmi, prendiamo il caso di un padre di famiglia che possieda un’automobile con tutti i confort, e sia bella, potente e blasonata (ma le stesse considerazioni possono essere traslate su un'intera industria o su un accordo politico).<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">L'uomo avverte che c'è qualcosa che non va nel mantenere e godere di questo bene, ma ha compiuto tanti sacrifici che gli sembra quasi dovuto possederla, anche se non la sta godendo come si immaginava nel tempo in cui si è impegnato duramente per ottenerla. <o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Poniamo che il suo figlio maggiore e maggiorenne sollevi la questione che quella macchina non sia necessaria perché inefficiente, inquinante e costosa.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Poniamo che consigli con forza al padre che non ha più senso mantenerla, e che proponga di prendere al suo posto un'utilitaria elettrica.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Come reagisce il buon padre di famiglia? Avrà probabilmente paura di perdere i benefici e lo status sociale legato alla macchina come mezzo e come simbolo (perdita dei benefici acquisiti). <o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Avrà per questo paura di perdere potere e influenza all'interno della sua famiglia se le decisioni sui suoi beni vengono prese da qualcun'altro, sia pure suo figlio (perdita dell'autorità conquistata).<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Avrà paura anche di mettere in discussione tutto quello che ha significato quella macchina e tutti i suoi sforzi per ottenerla: significherebbe ammettere che si è impegnato per qualcosa che rischia di sfumare dall'orizzonte di senso che ha radicato in se stesso e dai valori in cui ha creduto finora (paura della perdita di fiducia e autostima). <o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Detto in altro modo, rispetto alla scelta di passare da una macchina lussuosa a una discutibile macchinetta elettrica, il nostro eroe si chiede: "Posso andare contro i miei interessi, posso sputare nel piatto in cui mangio?". L'intuizione che appare risponde: "Sì, perché è necessario". E questa risposta spaventa.<br />
_</div>una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-29078357253258203502011-06-30T16:48:00.004+02:002011-08-16T02:24:26.166+02:00Era una questione di immagine.<div class="MsoNormal"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4I5HFJECKGqgkpZKAb11a_gvaQkM7L0Q-8bgCZx7HnrWP6Iqk3rrQm9T43-wtWEgX_gk0sd-1NgCwZKRqlUqMM378VX90yXBAQ8wtmuoQs-DhNpky7bg5DoWCSGzlO2YsPqjhvuzAo2Q/s1600/CIMG5104.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4I5HFJECKGqgkpZKAb11a_gvaQkM7L0Q-8bgCZx7HnrWP6Iqk3rrQm9T43-wtWEgX_gk0sd-1NgCwZKRqlUqMM378VX90yXBAQ8wtmuoQs-DhNpky7bg5DoWCSGzlO2YsPqjhvuzAo2Q/s400/CIMG5104.JPG" width="400" /></a></div><br />
<br />
C'e' stato un lungo periodo in cui l'immagine contava più della sostanza.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Un periodo in cui era importante per esempio come ci si vestiva, o quali suppellettili si esibivano, come l'orologio che si portava al polso o il cellulare che si aveva in mano.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Gli uomini si sentivano eleganti se andavano in giro in giacca e cravatta, e più costosi erano più erano ritenuti importanti e di successo.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Lo stesso valeva, ad esempio, per la casa in cui vivevano e per l'automobile che guidavano, in una <a href="http://www.repubblica.it/motori/motori/2011/06/30/foto/bugatti_il_sogno_l_oro_bianco-18446823/1/">buffa corsa</a> a chi la poteva vantare più grande, confermando le teorie sull'invidia del pene di Freudiana memoria.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">La sicurezza economica, anche per le donne, se esibita era vera, e se era vera andava esibita. Conseguentemente l'opulenza andava imperativamente esibita.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">E' questo un concetto molto più antico, se vogliamo prendere per buone le storie che dicono come nei tempi antichi la robustezza fisica e la floridezza delle carni erano sinonimo di <a href="http://salute.pourfemme.it/img/obesita.jpg">buona salute</a>.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Inoltre, per salvaguardare il consenso sociale, fare una cosiddetta brutta figura era un’onta intollerabile, e si arrivava perfino ad indebitarsi per un televisore simile a quello visto nelle altrui case.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal"><br />
Nel tempo la percezione dei valori cambiò, e oggigiorno non ha più senso che un uomo d'affari del Giappone si vesta nello stesso modo di uno Canadese, proprio perché l'abito "non fa più il monaco" come una volta, e tantomeno lo fanno gli accessori e gli ammennicoli vari. <o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Gli uomini e le donne smisero di sentirsi in vendita e scesero dalle vetrine sociali e artificiali costruite per un mercato globale soffocante e inefficiente.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Oggi non tutto è in vendita, poiché sappiamo che non tutto si vende, e che non c'e' ragione di cercare ad ogni costo quelli che una volta venivano chiamati "status symbol".<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Non ha più senso, per esempio, che un'automobile sia più vistosa e riconoscibile possibile. <o:p></o:p></div><div style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">Occorre semplicemente che duri per molti anni e che sia compatta e funzionale, proprio come un orologio, che fa sorridere al solo pensarci che una volta li costruissero, e ci si vantava per giunta, di averli d'oro...</span></div><span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt;">_</span>una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-80988305283979121242011-06-23T16:44:00.006+02:002011-08-16T02:24:57.738+02:00I mari muoiono<div style="text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW00fySyr7-SO-FzEpnum0b4T2k44Pi1g3ZKSHfXf50xKGn4YMiuJ8Dq4J5lGliBAuyXoBHqTGY3PgbAnkVB5OUjs9BMPqGfXix0Gd4divqbsLUsv1OC8yPPrR9ZyiXei9_YTQshPkphc/s1600/CIMG5167.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW00fySyr7-SO-FzEpnum0b4T2k44Pi1g3ZKSHfXf50xKGn4YMiuJ8Dq4J5lGliBAuyXoBHqTGY3PgbAnkVB5OUjs9BMPqGfXix0Gd4divqbsLUsv1OC8yPPrR9ZyiXei9_YTQshPkphc/s400/CIMG5167.JPG" width="400" /></a></div><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: red; font-size: large;"><i><a href="http://www.ilcambiamento.it/acque/oceani_rischio_estinzione_massa_specie_marine.html">estinzione</a> <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/21/a-rischio-la-vita-negli-oceani-la-loro-salute-mai-cosi-compromessa/121425/">vita dei mari</a></i></span></div><br />
<br />
Se i risultati dello studio fossero stati più rassicuranti qualcuno avrebbe potuto dire: "Possiamo continuare come al solito, il nostro impatto non è significativo. Continueremo a tenere sotto controllo i dati.".<br />
Eppure, stanti questi risultati, qualcuno potrebbe giustificarsi dicendo: "Al momento non abbiamo alternative nel fare quello che facciamo nel modo in cui lo facciamo. Del resto come potremmo incidere su emergenze così grandi da soli? Bisogna approfondire le questioni."<br />
Noti differenze significative tra questi due modi di analizzare le conseguenze delle nostre azioni?<br />
_<br />
<div><br />
</div>una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-49658575072272543732011-06-21T10:49:00.002+02:002011-08-16T02:25:28.449+02:00Un bagno in casa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjEa9MmU9rnOxjUiksRcRo-kSvQILSS0yhUA1_fhOAlvskm2eqJXuFgFFzUtpTiCosgA5YvKpv5jPQmIYW3lOYFEAOHzRbqfQk7l7vEM9HMDdlYmm5fhMdR2NE7V8Sv_WRIOSd3l6mkIg/s1600/CIMG0303.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjEa9MmU9rnOxjUiksRcRo-kSvQILSS0yhUA1_fhOAlvskm2eqJXuFgFFzUtpTiCosgA5YvKpv5jPQmIYW3lOYFEAOHzRbqfQk7l7vEM9HMDdlYmm5fhMdR2NE7V8Sv_WRIOSd3l6mkIg/s400/CIMG0303.JPG" width="300" /></a></div><br />
<br />
C'e' chi desidera un bagno per ogni componente della famiglia.<br />
E preferibilmente ci metterebbe una doccia, invece che una vasca.<br />
Credo che sia, tanto per risparmiare spazio che per lavarsi più velocemente.<br />
Personalmente desidero tenere la mia bella vasca nel mio unico piccolo bagno.<br />
Tu che preferisci, una stanza in più o un bagno in più? O addirittura tutti e due?<br />
E perchè?<br />
_una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-58361083010121132112011-06-20T14:37:00.002+02:002011-08-16T02:25:57.966+02:00Risorse Umane<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1SCx_9DTzoLwS-UyYkbSVogfrl_G-_1kcXiUBcZWH9BID4jJ4b-o65SCbd0cc9FgrgY5AjmEzTrvhOaoEmKiwbwo7Sccq6mpyHUKdj5WLnysT_hwkjoC5Rpiw_qTwQwPWjyI7MnsT2yI/s1600/CIMG3701.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1SCx_9DTzoLwS-UyYkbSVogfrl_G-_1kcXiUBcZWH9BID4jJ4b-o65SCbd0cc9FgrgY5AjmEzTrvhOaoEmKiwbwo7Sccq6mpyHUKdj5WLnysT_hwkjoC5Rpiw_qTwQwPWjyI7MnsT2yI/s400/CIMG3701.JPG" width="400" /></a></div> <br />
Non mi sento, e non sono, una risorsa umana.<br />
Mi sento semplicemente un umano con il suo, ancorchè piccolo, contributo da offrire.<br />
_una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-429526294508825412011-06-14T11:13:00.005+02:002011-08-16T02:26:22.510+02:00Principio di autorità<div class="MsoNormal"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6uIuHj6iqDkHcuFajVBrABVXOgi5V-re-34rYz2VA6Wv0ol8Mt9pbPzR1tsZVhXHbcnA5YFtR2EIhDXs215_LkaPofx9-MoQs7H0_IHTyoXjQbkce_b0wgWCPfPhZJWkJK70DHw1S3WI/s1600/CIMG4722.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6uIuHj6iqDkHcuFajVBrABVXOgi5V-re-34rYz2VA6Wv0ol8Mt9pbPzR1tsZVhXHbcnA5YFtR2EIhDXs215_LkaPofx9-MoQs7H0_IHTyoXjQbkce_b0wgWCPfPhZJWkJK70DHw1S3WI/s400/CIMG4722.JPG" width="400" /></a></div><br />
<br />
E' incredibile come il principio di autorità faccia perdere tempo.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal">Secondo me centra con il fenomeno dell'<i>"abito che fa il monaco"</i>, e il tempo non speso a prendersi la briga di controllare le convinzioni del <i>"monaco"</i> si perde a rimediarne i frequenti danni. <o:p></o:p></div><div class="MsoNormal" style="font-family: inherit;">Per di più spesso la scorciatoia dell'etichetta del ruolo conduce in pericolosi vicoli ciechi.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal" style="font-family: inherit;">E la perdita è consistente tanto per chi lo esercita che per chi lo accetta favorendolo.<o:p></o:p></div><div style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">Forse in un caso e nell'altro si cerca di aumentare la propria visibilità sociale, ma non sarebbe più desiderabile il principio di autorevolezza?</span></div><div style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">_</span></div>una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-57848336965206163032011-06-08T15:03:00.004+02:002011-08-16T02:26:50.757+02:00Un banale errore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1jakLK2IKmhnfIIujxJTVZGPGAKYlfIEqXUtIba8iNAF0U2XkNYX_cJX6GrwAGQCKTgAgWuLeZSz7iww_wrEJDbKAz4LytEb9Pp7-VpEU-_P6-gsxoJFIwQgH0XWCKtJgjG0DFSJmyhE/s1600/CIMG3978.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1jakLK2IKmhnfIIujxJTVZGPGAKYlfIEqXUtIba8iNAF0U2XkNYX_cJX6GrwAGQCKTgAgWuLeZSz7iww_wrEJDbKAz4LytEb9Pp7-VpEU-_P6-gsxoJFIwQgH0XWCKtJgjG0DFSJmyhE/s400/CIMG3978.JPG" width="400" /></a></div><br />
<div class="MsoNormal">Chiedere di più, pretenderlo in meno tempo, e allo stesso prezzo.</div><div class="MsoNormal">E' l'errore del nostro tempo.</div><div class="MsoNormal">Credo, in effetti, che questo sia il vero millennium bug;</div><div class="MsoNormal">tira tira una coperta corta, in qualche punto si rompe.</div><div class="MsoNormal">A quanto pare il cliente esigente non ha sempre ragione.</div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal">_ </div>una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-27535367031198535262011-06-07T17:27:00.007+02:002011-08-16T02:27:08.069+02:00Quanto ci vuole?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuuTcz2uVI8jvk37qlY_VpbGBNvsP7VE1Y0NyDh18GY8uRKsIlvWTwII_Iwja94DZMD6Kx2KCYGpGyrArnOk1zEt2sWMZS3UwfFoAjvElAHXkdwD5btb1cxGPPjoanfzaTgFvuB-QAi6o/s1600/CIMG5221.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuuTcz2uVI8jvk37qlY_VpbGBNvsP7VE1Y0NyDh18GY8uRKsIlvWTwII_Iwja94DZMD6Kx2KCYGpGyrArnOk1zEt2sWMZS3UwfFoAjvElAHXkdwD5btb1cxGPPjoanfzaTgFvuB-QAi6o/s400/CIMG5221.JPG" width="400" /></a></div><br />
<br />
Nei bar, a scuola, in ufficio e a casa, mi sembra di aver individuato un parametro di fondo-dato per scontato-quando si progetta qualcosa.<br />
Una volta si schedulava in anni. Poi si è cominciato a schedulare in mesi.<br />
Da qualche tempo si schedula in giorni,ed è pochissimo, mi sembra, che si comincia a schedulare in minuti.<br />
E il tutto come se fosse una cosa desiderabile.<br />
E' sulla base di questo "ancoraggio", più o meno sottaciuto, che si esprimono i sempreverdi giudizi sul fatto che per fare una certa cosa ci voglia tanto oppure poco.<br />
<br />
Ho capito che personalmente sotto la soglia dei mesi non scendo. E non mi dispiace.<br />
Per fortuna più in giù dei secondi non si potrà comunque andare.<br />
<br />
_una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-19828974020011609462011-05-31T12:08:00.004+02:002011-08-16T02:27:54.406+02:00C'era una volta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdf5NzZwBdrIh-4sFxYsq9CmNrZJ5juUAPyYNNzIR5uQBYsTS3rEHg1cj9GpyJzdCrpnUV_LHhVGmugKDuwfDQLGt2yc3J0Tk8QCk3eS2FYfOjan5nD5Q5PDU7XJv9bihznkpMwWavjLg/s1600/CIMG4874.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdf5NzZwBdrIh-4sFxYsq9CmNrZJ5juUAPyYNNzIR5uQBYsTS3rEHg1cj9GpyJzdCrpnUV_LHhVGmugKDuwfDQLGt2yc3J0Tk8QCk3eS2FYfOjan5nD5Q5PDU7XJv9bihznkpMwWavjLg/s400/CIMG4874.JPG" width="400" /></a></div><br />
<br />
C'era una volta in Italia un presidente del consiglio considerato un simbolo di efficenza, ricchezza e successo personale. Aveva soldi, idee e collaboratori in quantità che lo supportavano avallando e mettendo in pratica la sua visione della realtà.<br />
Era percepito in maniera tale da rappresentare agli occhi di molti concittadini un esempio da seguire e in cui credere, poiché: "Se c'e' riuscito lui possiamo farcela anche noi" o anche "Se mette in pratica quello che sa fare meglio nel governo della nazione, tutti noi ne otterremo gli stessi benefici".<br />
<br />
E avvenne, a poco a poco, che chi fosse in cima ad un qualunque vertice sociale o organizzativo venne ammirato e riconosciuto a priori come una autorevole e legittima guida, poiché ciò avveniva per chi governava.<br />
Ovvero: chi deteneva potere e denari, quand'anche relativamente pochi, non venne messo in discussione ne criticato apertamente negli oggettivi errori: in quanto ricopriva il ruolo di capofila riconosciuto come legittimo, e poi, si pensava, "non facevano così tutti quanti?".<br />
Anche quando questi piccoli cloni assunsero collaboratori discutibili o irragionevoli o fuori luogo o imbarazzanti o vergognosi, (proprio come faceva il loro modello vincente) molti non ebbero apertamente da eccepire.<br />
<br />
Però, al contrario di molte previsioni di molti italiani capaci, le attese furono disattese e le promesse infrante proprio dal primo capofila, proprio dal presidente del consiglio in persona. E la percezione di ciò che era vincente mutò, e fu vista come ciò che era inconcludente. Perfino dannosa.<br />
Ciononostante nel frattempo molti altri ancora cominciarono a comportarsi, più o meno inconsciamente, come dettava l'uso comune tanto nella vita lavorativa che finanche nella vita privata.<br />
<br />
Quando il "modello" smise di far presa e fu messo alla porta della stanza dei bottoni, <br />
tutti quelli che lo ebbero imitato nella propria vita, compresi tutti quelli che lo accettarono nel loro piccolo (a volte un piccolo potente), ebbero dapprima paura, e poi smisero di comportarsi come l'esempio perdente.<br />
<br />
E accadde. Accadde un altro racconto.una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-78851847585252220312011-05-30T17:54:00.003+02:002011-08-16T02:27:48.772+02:00Poca<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLB9ejMD4nC7nOGOcJJqo8h32K203hqBtIoitmdgFtr7RIfah87UdI6v4bYL9tvrcAAbTS-MZGWeyZVqXgDdjhDfNLgE2VdDLs-eLp0-88eoI8r9rznPG4b8Y1QDCLIhwVOCWsOwgUSYk/s1600/CIMG3731.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLB9ejMD4nC7nOGOcJJqo8h32K203hqBtIoitmdgFtr7RIfah87UdI6v4bYL9tvrcAAbTS-MZGWeyZVqXgDdjhDfNLgE2VdDLs-eLp0-88eoI8r9rznPG4b8Y1QDCLIhwVOCWsOwgUSYk/s400/CIMG3731.JPG" width="400" /></a></div> <br />
Che intelligenza c'e' in un'Organizzazione che se non cresce muore?<br />
_una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-80617743809867072152011-05-27T18:41:00.002+02:002011-08-16T02:24:39.422+02:00Sono d'accordo con chi si chiede<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguQ2EA7JFt21hpfu8Y64VMPzvsc6iqf12ylHGG5QWw4K6yfoPYwhuJu_bSSerATy9JzK48FxQJCOXLdDXPq4yEboxQwYSbGZeAXwUKJTC7MvDzHdhzQ2LsVj9YBOFeGCIeF4MMV-X4XJ4/s1600/CIMG4372.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguQ2EA7JFt21hpfu8Y64VMPzvsc6iqf12ylHGG5QWw4K6yfoPYwhuJu_bSSerATy9JzK48FxQJCOXLdDXPq4yEboxQwYSbGZeAXwUKJTC7MvDzHdhzQ2LsVj9YBOFeGCIeF4MMV-X4XJ4/s400/CIMG4372.JPG" width="400" /></a></div><br />
Se tutti i compiti sono urgenti, quali sono quelli importanti?<br />
_una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-2631129394149215282011-05-23T10:05:00.004+02:002011-08-16T02:25:48.599+02:00Il Sistema va preservato?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2mJ6-nFgRpHhJWe8Dgv0vR1DJickgsRDtcQ6TAZdn1iq5FM_CkcWPEWB-DpHGjCwhk5mB6hLwGc8hGKjiMvjBIJS6ZXKUC2axAS9bOtMaLCLPXLGngpEdGz7yZYtJ3y47JJuI3vMqyzs/s1600/CIMG4128.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2mJ6-nFgRpHhJWe8Dgv0vR1DJickgsRDtcQ6TAZdn1iq5FM_CkcWPEWB-DpHGjCwhk5mB6hLwGc8hGKjiMvjBIJS6ZXKUC2axAS9bOtMaLCLPXLGngpEdGz7yZYtJ3y47JJuI3vMqyzs/s400/CIMG4128.JPG" width="400" /></a></div> <br />
Il Sistema va preservato?<br />
<br />
E perchè lo status quo dovrebbe permanere?<br />
_una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-9055817010046893582011-05-11T13:17:00.004+02:002011-08-16T02:22:28.417+02:00Quel che serve<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGsF4Fje4uzVMYMzF6J_o3pOvwqTE5PevRBJXrs1DiWga-KF9hUr27CG4EJZOxXCQWiVF_K_mtKcI6PDOe_rCqmBjkbZsN106VEHOSaeUbl6rOsFjGWpdQTNQ1oOyTZOE8XNRtiLhXbsk/s1600/CIMG3601.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGsF4Fje4uzVMYMzF6J_o3pOvwqTE5PevRBJXrs1DiWga-KF9hUr27CG4EJZOxXCQWiVF_K_mtKcI6PDOe_rCqmBjkbZsN106VEHOSaeUbl6rOsFjGWpdQTNQ1oOyTZOE8XNRtiLhXbsk/s400/CIMG3601.JPG" width="400" /></a></div> <br />
Chi ha 1 chiede 2. Chi ha 2 chiede 4. E così via, quasi automaticamente.<br />
La domanda <u>normale </u>dovrebbe essere: Quanto mi serve?una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-61130145766642603412011-04-27T10:44:00.002+02:002011-08-16T02:22:00.923+02:00Quanto?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs0RLRzJaXdmJZBWckAX44mV-3EMvQxfkybEgl2uJs6ynuBiq4orROTNCZHzyPBjGHwewLDcvpYTrO8VQyo4w5xEpoknfuw-EizHBXq9d_m3bshRSgHphzvESwY0fdGBIrDFDKLvn5xGs/s1600/CIMG3808.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs0RLRzJaXdmJZBWckAX44mV-3EMvQxfkybEgl2uJs6ynuBiq4orROTNCZHzyPBjGHwewLDcvpYTrO8VQyo4w5xEpoknfuw-EizHBXq9d_m3bshRSgHphzvESwY0fdGBIrDFDKLvn5xGs/s400/CIMG3808.JPG" width="400" /></a></div><br />
La qualità della vita dipende dalla personale ricchezza economica? E se ne dipende, in che misura?<br />
Quanto?<br />
<br />
P.S.<br />
remando su una barca controcorrente neanche la superficie dell'acqua scorre nella direzione oppostauna vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-59992241687550738142011-04-14T18:00:00.000+02:002011-04-14T18:00:39.495+02:00In Pace<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiILgd_s2_J5Za-Y0OGV_wGah4pnEweA9VRmi_Yv_VuWWkfbGZOfBdg3yr1kB-CDCzhhMLf831Zg9pn5Qzjnz70f9B9xynaorMggirVeWAE0_NGDW3lvWRv6y_O3rErr_47X0shr5XJDDc/s1600/CIMG4983.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiILgd_s2_J5Za-Y0OGV_wGah4pnEweA9VRmi_Yv_VuWWkfbGZOfBdg3yr1kB-CDCzhhMLf831Zg9pn5Qzjnz70f9B9xynaorMggirVeWAE0_NGDW3lvWRv6y_O3rErr_47X0shr5XJDDc/s400/CIMG4983.JPG" width="400" /></a></div>una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-90718355996954048912011-04-13T11:26:00.006+02:002011-06-16T12:14:46.661+02:00E' ufficiale: Nucleare Catastrofe<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://petrolio.blogosfere.it/images/r-JAPAN-TSUNAMI-ANCESTORS-large570-anteprima-460x192-295826.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://petrolio.blogosfere.it/images/r-JAPAN-TSUNAMI-ANCESTORS-large570-anteprima-460x192-295826.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Fonte immagine: <i>Dal <a href="http://petrolio.blogosfere.it/2011/04/giappone-dicevano-i-nonni.html" target="_blank">blog di Debora Billi</a></i></div><br />
La terra ha tremato e spaccato, il mare ha distrutto e portato via. <br />
La natura si è manifestata nei sui ampissimi, rispetto a quelli umani, limiti di azione.<br />
La mitica efficienza giapponese nulla ha potuto per prevenire ne risolvere ne arginare sufficientemente i danni alla centrale di Fukushima. <br />
Quelli a cui stiamo assistendo impotenti sono i limiti dell'agire dell'uomo e, <br />
se ci fosse bisogno di ricordarlo, non tutto è nel suo controllo:<br />
neanche quello che costruisce con tanta perizia e con tanti sforzi. <br />
Dopo una settimana dall'allarme già si poteva supporre che la situazione era più che grave di quella comunicataci fino a quel momento.<br />
Adesso è ufficiale: la gravità dell'incidente è a livello 7, il massimo concepito, una catafrofe.<br />
Una grande parte del Giappone è morta, per generazioni sarà invivibile. <br />
La situazione non è neanche risolta completamente ne sotto controllo. <br />
La terra continua a tremare e nella centrale fughe massiccie di radiazioni ed esplosioni non sono terminate.<br />
Da qui in poi la situazione può rimanere una catastrofe nei già grandi dintorni della centrale o può estendersi e diventare una catastrofe anche per distanze più ampie e per terre più lontane.<br />
Già ora il mare sta portando con se i veleni nucleari come mai era successo prima.<br />
Questo non vuol dire, come illusoriamente qualcuno propone, che la prossima volta l'uomo sarà più attrezzato a fronteggiare simili eventi, ma significa semplicemente che la parola <b>nucleare </b>e la parola <b>catastrofe</b> vanno di pari passo.<br />
L'amarezza che sento coincide con la certezza di saperlo da Chernobyl in qua.una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-36505654687241490242011-04-10T15:00:00.001+02:002011-04-10T15:01:15.489+02:00Poco<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihXIM8pCjiRO_gBgrnovC8jn9z2F_6tXz3RyVK6lO-EnR_96rGbspIlNDV9kfCR7qWKjOavqcYTUaAELxLnCPQsAFbVcVcAShfn_Ro4HZV_AouvcfMzcSgB7ZsasDu0IytWA6U82azdsw/s1600/CIMG4113.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihXIM8pCjiRO_gBgrnovC8jn9z2F_6tXz3RyVK6lO-EnR_96rGbspIlNDV9kfCR7qWKjOavqcYTUaAELxLnCPQsAFbVcVcAShfn_Ro4HZV_AouvcfMzcSgB7ZsasDu0IytWA6U82azdsw/s400/CIMG4113.JPG" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: left;">Poco e piano </div><div style="text-align: left;">il giorno appare<br />
<br />
<br />
<br />
</div>una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-27221678669354229012011-04-08T10:47:00.005+02:002011-04-10T15:02:12.428+02:00Per fortuna<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcVRKUNJbnyCAsRpiQU4IXbN4QS0-XH9yodLgFBGUmXIHyqbMG-PnHyQXwpMYbjMMi85YER65bysd2xiKB7VAlN3DmNpJ-2XAL_GkFTbPZn0NsGtAhAl_3DO_jFbTbnZyngSbcf4jn7YQ/s1600/CIMG4970.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcVRKUNJbnyCAsRpiQU4IXbN4QS0-XH9yodLgFBGUmXIHyqbMG-PnHyQXwpMYbjMMi85YER65bysd2xiKB7VAlN3DmNpJ-2XAL_GkFTbPZn0NsGtAhAl_3DO_jFbTbnZyngSbcf4jn7YQ/s400/CIMG4970.JPG" width="400" /></a></div><br />
<br />
Per fortuna che non tutto si compra.<br />
Per fortuna che non di solo pane viviamo.<br />
Per fortuna che esistono i limiti.<br />
Per fortuna che è meglio sbrigarsi a collaborare che sbrigarsi a competere.<br />
Per fortuna che posso parlare, come una voce nel coro.una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-153862954473419394.post-22559688945203148552011-04-07T10:43:00.000+02:002011-04-07T10:43:21.489+02:00DomandaSe tu avessi un privilegio, e te lo togliessero, che cosa faresti?una vocehttp://www.blogger.com/profile/03713508826875380521noreply@blogger.com2